“Occorre incentivare i produttori che smaltiscono correttamente i rifiuti perché chiudere il ciclo del rifiuto sul territorio italiano, ancora meglio all’interno di ogni singola regione, evita le movimentazioni, che avvengono soprattutto all’estero, e dunque le infiltrazioni criminali che si verificano principalmente in questo passaggio, come ad esempio la loro declassificazione da pericolosi a non pericolosi, il sotterramento, lo sversamento. Necessario anche colmare il gap infrastrutturale impiantistico in Italia dove si trovano soltanto 37 termovalorizzatori, utile anche per evitare passaggi permeabili alla criminalità, perché è proprio con il movimento che si generano gravi rischi”. Lo ha detto in commissione bicamerale ecomafie il capo della Polizia Vittorio Pisani, nel corso di un ciclo di audizioni che il gruppo di lavoro sta svolgendo in merito ai temi d’interesse.
Fondamentale in Italia il sistema consortile, a suo avviso, in quanto “contribuisce in maniera significativa alla chiusura del circolo attraverso il riciclo e ottimizza la raccolta differenziata nella quale il nostro Paese vanta percentuali anche sopra alla media europea in certi settori, ma ancora sotto in altri”. Tra le criticità rilevate da Pisani nel sistema, le difficoltà di calcolo di un rifiuto ritenuto congruo per il riutilizzo come materia prima seconda: “Una percentuale non corretta o sottodimensionata determina una minore produzione di rifiuto differenziato e una minore produzione a sua volta causa una minore vendita attraverso le aste telematiche. È un meccanismo che se non funziona adeguatamente, ha spiegato Pisani, ovvero se la materia prima seconda è inferiore alla domanda, costringe l’industria nazionale a rifornirsi per la manifattura sul mercato delle materie prime”.
L’amministratore unico e direttore tecnico di Gesap Salvatore Genova commenta ricordando che, quanto alla chiusura del ciclo dei rifiuti, “bisognerebbe addirittura parlare di chiusura del ciclo a livello provinciale e di ambito, un futuro obiettivo potrebbe essere la gestione comunale con impianti più piccoli e facili da gestire, a servizio della comunità, secondo il principio della prossimità e del chilometro zero”. Per ovviare al problema dello sversamento dei rifiuti speciali secondo Genova “si potrebbe passare a sistemi di analisi dei dati basati sulle tipologie di rifiuti prodotti per settore merceologico, in modo da tenere traccia dei flussi e rendere i controlli più efficaci”. Sui termovalorizzatori: “Oltre a essere pochi, si trovano quasi tutti al Nord, i rifiuti devono essere dunque trasportati. Questo divario va assolutamente ridotto. Ritengo inoltre”, ha aggiunto Genova, “che i termovalorizzatori debbano essere considerati l’ultima spiaggia, avere sempre più impianti di riciclo resta l’obiettivo principale”.