Priorità Recovery fund, l’audizione di Asvis, Susdef, ANCE, Confedilizia ed Enea alla Camera.
Ronchi (Susdef): estendere ecobonus 110%, valorizzare materie prime seconde
“La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Layen ha incaricato ogni commissario di seguire l’ottenimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (sustainable development goals, sdgs): l’agenda green 2030 dell’UE è stata messa al centro del semestre europeo tedesco. E per questo cambia significativamente il modo con cui la Commissione guarda la situazione dei singoli Paesi: questo approccio è costruito intorno a indicatori Eurostat sul raggiungimento degli sdgs, che diventa centrale per l’approvazione dei piani nazionali di ripresa”. Così in commissione Ambiente della Camera il portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS) Enrico Giovannini, durante l’audizione sulle priorità legate all’utilizzo del Recovery fund. Il gruppo di lavoro ha ascoltato anche il presidente di ANCE Gabriele Buia – già intervenuto mercoledì scorso in commissione Attività produttive -, il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile (Susdef) Edo Ronchi, quello di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa e due rappresentanti di ENEA. Di seguito una sintesi degli interventi.
ENRICO GIOVANNINI (ASVIS)
“All’inzio di maggio abbiamo presentato un rapporto con raccomandazioni di policy e in cui identificavamo alcuni interventi trasversali: semplficazione delle procedure amministrative per l’utilizzo tempestivo dei fondi europei, ripensamento del ruolo dello Stato per l’accelarazione della transizione all’economia circolare, maggiore protezione della salute, estensione alle medie imprese dell’obbligo di rendicontazione dell’impatto ambientale, introduzione di finanziamenti con garanzia pubblica per lo svilppo sostenibile, importanza delle infrastrutture culturali, accelerazione della transizione digitale, attenzione alla salute e al capitale naturale, cogliere la sfida della didattica a distanza e migliorare la qualità dell’apprendimento”.
“Vorrei sottolineare alcuni aspetti che riguardano la governance della sostenibilità”, ha aggiunto Giovannini: “Bisogna prevedere l’obbligo di inserire, nelle relazioni illustrative delle varie proposte legislative, la valutazione dell’impatto atteso dei testi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’Italia ha introdotto nel DEF alcuni indicatori BES” – benessere equo e sostenibile – ha poi voluto ricordare, “in anticipo rispetto alla strategia di sviluppo sostenibile europea, ma a questo punto dobbiamo allineare la legislazione. È necessario inoltre istituire una piattaforma digitale permanente per la consultazione trasversale con l’opinione pubblica sull’impatto ambientale dei provvedimeti, questo perché in Parlamento le commissioni settoriali hanno una visione parziale. Infine sarebbe utile creare presso la Presidenza del Consiglio un dipartimento per il foresight strategico sulla sostenibilità”.
EDO RONCHI (SUSDEF)
Il programma “Next generation EU richiama l’importanza di contribuire a trasformare l’UE con il green deal europeo. Un effettivo contributo alla transizione verde è condizione preliminare per l’approvazione del Piano nazionale di riprese e resilienza (Pnrr). Dobbiamo conformarci entro il 2050 all’obiettivo della neutralità climatica”. Così l’ex ministro dell’Ambiente, secondo cui i punti su cui lavorare sono: “Energia pulita e decarbonizzazione; mobilità pulita e economia circolare; ristrutturare in modo efficiente il settore energetico; accelerare la transizione verso la mobilità sostenibile; avere un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell’ambeinte; preservare gli ecosistemi e le biodiversità. Tutte queste”, ha ricordato, “sono priorità del green deal europeo”.
“I documenti di Susdef per il rilancio green saranno presentati agli Stati generali della green economy del 3 e 4 novembre prossimi”, ha poi fatto sapere Ronchi. Saranno incentrati su alcune aree tematiche: “Decarbonizzazione e rinnovabili; tecnologie innovative a basse emissioni; idrogeno verde; conversione ecologica delle industrie energivore; potenziamento ed estensione del superbonus 110%; graduale introduzione di una carbon tax con meccanismi di compensazione; riduzione del gas serra portandolo al nuovo target europeo del 55%; aumentare la produzione di elettricità proveniente da fonti rinnovabili per arrivare a soddisfare 2/3 del fabbisogno; coinvolgere le autorità locali nella creazione di comunità energetiche“.
Nello specifico, per quanto riguarda le priorità legate all’economia circolare, Susdef propone di: “Aumentare i finanziamenti del piano transizione 4.0 per rifinanziare il credito di imposta per gli investimenti destinati all’economia circolare; incentivare ricerca e sviluppo e trasferire il know-how alle imprese; incentivare gli investimenti in tecnologie innovative per valorizzare le materie prime seconde; semplificare la procedura end of waste rendendo efficaci i controlli ma eliminando il doppio sistema di controllo a campione delle autorizzazioni caso per caso, introdotto lo scorso anno e non toccato in sede di recepimento delle direttive UE; costituire un’agenzia nazionale per l’utilizzo delle risorse, nell’ambito dell’ENEA; introdurre una soglia minima di materiali riutilizzati nei prodotti ed estendere la responsabilità estesa del produttore (Epr); avviare un dialogo con i produttori sul progressivo accantonamento dei prodotti monouso“.
GABRIELE BUIA (ANCE)
“Chiediamo un programma di interventi diffusi“, ha proseguito Buia, “un piano per l’Italia che sia orientato alla sostenibilità, con interventi per ridurre i rischi naturali e garantire sicurezza e efficientamento delle infrastrutture sociali, cioè quelle relative a sanità, istruzione, mobilità e edilizia abitativa”. Tutto questo “rischia di rimanere nel libro dei sogni se non saremo in grado di accelerare l’impiego delle risorse, di rafforzare la pubblica amministrazione e tagliare i tempi morti della burocrazia, temi su cui il decreto semplificazioni non ha offerto nessuna soluzione duratura”, ha ribadito, in linea con quanto già affermato in X commissione.
Inoltre per Buia serve un “grande piano di rigenerazione urbana, per cui spendere almento 5 miliardi, che consenta alle città di adattarsi ai fabbisogni moderni”. Su questo “occorre una visione su cui tutte le forze politiche devono convergere, in un’ottica di sostenibilità e innovazione”, e “l’istituzione di una cabina di regia nazionale per coordinare fondi e procedure”.
Su innovazione e digitalizzazione: “Anche nel nostro settore siamo solo all’inizio, serve al più presto un piano edilizia 4.0“. “Se vogliamo migliorare la qualità dei processi e dei prodotti, servono strumenti per le imprese: non è più rimandabile una piattaforma digitale nazionale per il settore costruzioni. Per questo abbiamo presentato al Mise, insieme a tutta la filiera delle costruzioni, un piano industriale a supporto del settore per accompagnarlo nella transizione digitale, nel percorso verso l’economia circolare, la decarbonizzazione e la legalità”.
GIORGIO GRADITI (ENEA)
“L’obiettivo è quello di una transizione socialmente ed economicamente sostenibileverso l’economia circolare”. “Tra i progetti di ENEA, quello legato al Made in Italy green e alla realizzazione dei parchi ‘agrivoltaici’: la funzione energetica e quella agricola possono trovare una simbiosi efficace. La produzione di celle solari ad alta efficienza basate sul silicio ed altri materiali avanzati è un altro tassello innovativo a cui stiamo lavorando e ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della produzione di pannelli, utilizzanto pochi prodotti chimici”.
ROBERTO MORABITO (ENEA)
“Il percorso imprescindibile è quello della transizione da un modello di economia lineare ad uno circolare. L’attività di ENEA è ormai incentrata su questo, tanto che siamo stati selezionati per far parte del gruppo di coordinatori della piattaforma europea dell’economia circolare“. “Abbiamo una fortecarenza nel sistema di governance: l’Italia è tra i pochi Paesi di una certa dimensione a non avere una strategia nazionale e un’agenzia di regolazione dell’economia circolare. Altri ostacoli alla transizione si trovano negli strumenti normativi farraginosi e nella carenza di impianti”.
GIORGIO SPAZIANI TESTA (CONFEDILIZIA)
Per il settore immobiliare la necessita è di “mantenere le riduzioni fiscali di tipo temporale introdotte con i decreti d’urgenza, diciamo no a tagli permanenti delle tasse. L’esigenza è quella di valutare il quadro di interventi fiscali in vigore e intervenire per salvare le attività commerciali, salvaguardando i contratti di locazione. Devono essere garantiti negli anni l’assistenza e il supporto pubblico a chi ha in carico un contratto di locazione, riducendo gli oneri per avere effetti benefici sulle imprese. Su questo”, ha precisato Spaziani, “ci sentiamo in linea con gli intendimenti del governo”. Servono inoltre incentivi per gli interventi sugli immobili: “Tema importante è la riqualificazione energetica degli immobili, ma sottolineiamo l’esigenza di concentrarsi anche sulla sicurezza sismica”.