“Il fenomeno del traffico illecito di rifiuti coinvolge Paesi extraeuropei come la Tunisia e potrebbe essere favorito indirettamente dall’inadeguatezza delle strutture impiantistiche esistenti oltre che da una non corretta pianificazione del ciclo del rifiuto che può condurre al suo smaltimento illecito. L’impegno del ministero va nel senso di superare tutte queste criticità”. Lo ha chiarito oggi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che nel corso del question time in Aula alla Camera ha risposto all’interrogazione di Generoso Maraia (M5S) sulla prevenzione e il contrasto al traffico illecito di rifiuti e la loro tracciabilità. In particolare, nel suo intervento il ministro si è impegnato a “usare bene e subito” le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate alla tracciabilità, pari a 1,5 miliardi, spiegando che “potranno contribuire a colmare il divario tra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud” visto che, ha ricordato, oggi circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono trattate fuori dalle regioni di origine. “Faremo del nostro meglio – ha promesso – perché questa cosa si realizzi in fretta”.
La normativa nazionale, ha spiegato Cingolani, ha recepito la direttiva (UE) 2018/851 sulla disciplina dei rifiuti con il decreto legislativo n. 116 del 2020, nel quale è prevista l’istituzione del Registro elettronico nazionale basato sull’interoperabilità tra sistemi gestionali degli operatori ad altri sistemi della pubblica amministrazione. Tra le principali caratteristiche del Registro – ha fatto sapere il ministro – che in primo luogo renderà disponibili dati sull’attività di vigilanza e controllo, ci saranno la digitalizzazione dei dati ambientali, la tenuta e la gestione del registro cronologico di carico e scarico del rifiuto, la trasmissione e la conservazione del Formulario identificativo del rifiuto (il cosiddetto FIR) e il Modello unico di dichiarazione dei rifiuti (il cosiddetto MUD). Ad oggi, ha proseguito, il ministero sta procedendo all’attuazione della normativa prevista dal nuovo articolo 188-bis del decreto legislativo n. 152, introdotto dal decreto di recepimento, per disciplinare l’organizzazione e il funzionamento del Registro e i modelli dei formati relativi al registro di carico e scarico dei rifiuti. È stata anche avviata la fase di sperimentazione del prototipo di Registro elettronico per la tracciabilità, “basata sull’individuazione di un campione di imprese rappresentativo di tutte le categorie e tipologie di operatori che sono potenzialmente interessati dall’applicazione del sistema”. Ultima novità introdotta dal decreto n. 116, ha concluso il ministro, è la previsione finalizzata all’adozione di un Programma nazionale di gestione dei rifiuti, con la ricognizione impiantistica nazionale, l’adozione dei criteri generali per la redazione dei piani di settore su specifiche tipologie di rifiuti e, più in generale, strumenti e misure per l’ottimizzazione dei flussi dei rifiuti.
“È importante ciò che ci ha detto il ministro perché tracciare serve anche a capire quale impiantistica ci serve e, dove è importante, seguiremo questo impegno” ha replicato Alberto Zolezzi (M5S),cofirmatario dell’atto.