È stato trasmesso al Senato il Piano del governo per la transizione ecologica (a.g. 297), approvato lo scorso 28 luglio dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite). Le commissioni di merito si esprimeranno con dei pareri, il testo andrà poi nelle Aule per il dibattito e verrà approvato tramite risoluzioni, analogamente a quanto avvenuto con il PNRR. Tornerà poi al Cite, che lo licenzierà in via definitiva. Come chiarito dalla premessa, il documento intende fornire informazioni di base e un inquadramento generale sulla strategia per la transizione ecologica e delineare un quadro concettuale che accompagni gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Ulteriori elementi, dati quantitativi e cronoprogrammi saranno contenuti in un secondo documento.
Il Piano si articola in cinque macro-obiettivi condivisi a livello europeo: neutralità climatica; azzeramento dell’inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l’economica circolare – anche con riferimento all’attuazione della responsabilità estesa del produttore, alla gestione del fine vita, al riuso e all’estensione della durata del prodotto – e la bioeconomia. Gli obiettivi generali da raggiungere, spiega ancora l’introduzione, sono coerenti con gli impegni internazionali ed europei e hanno come scadenza il 2030, con un orizzonte al 2050. All’interno delle cinque macro-aree, sono otto gli ambiti di intervento previsti:
Decarbonizzazione
Le tappe della decarbonizzazione per il nostro Paese sono scandite dagli impegni europei: emissioni zero al 2050 e riduzione del 55% al 2030 delle emissioni di CO2 (rispetto al 1990). Per contribuire a raggiungere questi risultati, in Italia la quota di elettrificazione del sistema dovrà progressivamente tendere a superare quota 50%, l’apporto delle energie rinnovabili alla generazione elettrica dovrà raggiungere almeno il 72% al 2030 e coprire al 2050 quote prossime al 100% del mix energetico primario complessivo.
Mobilità sostenibile
I trasporti sono responsabili del 30% del totale nazionale delle emissioni e sia la strategia europea che le misure nazionali hanno lo scopo di riportare la mobilità all’interno di un quadro sostenibile, con almeno 30 milioni di veicoli elettrici in Europa e 6 milioni in Italia al 2030. Nel periodo 2021-26 verranno fatti investimenti per circa 38 miliardi di euro con le missioni 2 e 3 del PNRR.
Miglioramento della qualità dell’aria
Il Piano predispone misure per rispettare gli obiettivi della riduzione di emissioni dannose nell’aria come l’efficientamento energetico, l’elettrificazione attraverso il potenziamento delle rinnovabili e la promozione della mobilità dolce, la cattura delle emissioni fuggitive di metano dai rifiuti e dalle attività zootecniche, la limitazione delle pratiche di combustione dei residui agricoli, rinnovamento degli impianti di riscaldamento a biomasse, forti riduzioni dei principali inquinanti.
Contrasto al consumo del suolo e al dissesto idrogeologico
L’obiettivo è arrivare a interrompere il consumo di suolo netto entro il 2030 e negli anni successivi rinaturalizzare aree precedentemente artificiali, processo da normare attraverso un’apposita legge. L’obiettivo dell’azzeramento del consumo di ulteriore suolo risulta particolarmente urgente per gli ambiti costieri. Quanto al dissesto, gli obiettivi del Piano sono costruire una politica nazionale di tutela del territorio e prevenzione dei rischi idrogeologici.
Tutela delle risorse idriche
Il Piano intende incrementare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico potenziando, efficientando e completando le opere di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria, migliorando la loro resilienza ai cambiamenti climatici e limitando gli impatti degli eventi siccitosi.
Ripristino e rafforzamento della biodiversità
Il documento prevede opere di bioingegneria che restituiscano i diversi ambienti alla loro naturalità attraverso un vero e proprio restauro ecologico.
La tutela e lo sviluppo del mare
La nuova strategia europea per la biodiversità fissa l’obiettivo del 30% di aree marine protette al 2030. Sarà necessario rafforzare le azioni di contrasto alle attività di pesca illecite e favorire l’applicazione delle misure di conservazione previste dalle norme europee, limitare i metodi di pesca pericolosi per la biodiversità, eliminare le catture accessorie di specie in via di estinzione, potenziare il sistema nazionale di ricerca e osservazione degli ecosistemi marini e costieri.
8) La promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile
Il primo passo consisterà nell’ottimizzazione della gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale. Ai progressi notevoli nel settore del riciclo nell’ultimo decennio (50% dei rifiuti urbani, 68,9% dei rifiuti speciali) fa riscontro anche una decisa diminuzione di conferimento in discarica, che resta comunque al 22% del totale. Al 2030, si dovrà riciclare il 60% dei rifiuti(65% al 2035), smaltire in discarica un massimo del 10% e destinare il resto a recupero energetico e di calore. Per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi, l’obiettivo è raggiungere il 70% al 2030. Per gli altri materiali, l’obiettivo è 85% carta e cartone, 80% metalli ferrosi, 60% alluminio, 75% vetro, 55% plastica 30% legno. Entro il 2030 si dovrà ridurre del 90% l’impiego di bottiglie di plastica monouso. L’Italia ha già oggi superato le quote di riciclo per buona parte di questi materiali, tranne che per carta e plastica.