“La transizione, se pur accettata e condivisa, rischia di porci di fronte a extra-costi che potrebbero incidere maggiormente sulle categorie più deboli. È questo il tema della ‘transizione giusta‘, a cui anche la Commissione europea dedica specifica attenzione nella declinazione dei nuovi obiettivi dell’European Green Deal. Su questo duplice binario del supporto alla transizione ecologica e dell’attenzione alla tutela dei consumatori, destinata sia alle categorie più deboli che a tutti gli altri si è sviluppata e si svilupperà l’azione della Autorità”. Lo ha detto oggi il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, nel suo intervento di presentazione a Parlamento e governo della Relazione annuale dell’Autorità, nella quale si fa il punto sullo stato dei lavori nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, del telecalore, del servizio idrico integrato e del ciclo dei rifiuti.
Energia elettrica. La relazione fa sapere che nel 2020 i consumi hanno registrato un calo del 6% circa (-1%, nel 2019), e che la produzione nazionale ha subito una contrazione del 4,2% rispetto all’anno precedente: la diminuzione ha riguardato in particolare il comparto termoelettrico (-7,2%), mentre le fonti rinnovabili sono risultate complessivamente in lieve aumento (+0,2%) nonostante una contrazione del 7,4% dell’eolico e dello 0,8% del geotermico. Il solare invece ha visto un aumento del 5,3% rispetto al 2019. Sono in tutto 24.942 i GWh prodotti di energia prodotta da fotovoltaico. È in miglioramento la qualità e continuità del servizio di distribuzione dell’energia elettrica sia nella durata (scesa a 41 minuti, 47 nel 2019) sia nel numero delle interruzioni (passato da 3,53 a 3,14) per utente in bassa tensione su base nazionale, anche se su questi indicatori si registra ancora un divario tra il Centro-Nord e il Sud del Paese. Enelsi conferma anche il primo operatore nella produzione da fonti rinnovabili, con il 22,7%, ma ai produttori di più piccole dimensioni si deve il 95,8% della generazione da fonte fotovoltaica, il 74,5% della produzione da bioenergie (74,5%), il 68,7% dell’eolico.
Servizio idrico. Sulla base dei dati tecnici disponibili al 2019, l’Arera conferma l’esistenza, nel Paese, di un water service divide, con valori dei parametri tecnici che indicano una situazione di maggiore criticità nell’area Sud e delle Isole. Il valore medio nazionale delle perdite idriche percentuali è stato pari al 41,2% con valori medi più contenuti al Nord e più elevati nel resto del paese, mentre è stata registrata una riduzione del 26% delle interruzioni del servizio. Per quanto riguarda la destinazione dei fanghi da depurazione, a livello nazionale più dell’80% è destinato a un’operazione di riuso o recupero di risorse (prevalentemente per la destinazione agricola) mentre risulta contenuta, anche se in aumento, l’operazione di recupero energetico in impianti quali inceneritori o cementifici. La Relazione mette a disposizione un’analisi del fabbisogno di investimenti per il periodo 2020-2023: al contenimento del livello di perdite idriche sono destinate oltre il 20% delle risorse programmate, 16,6% al miglioramento della qualità dell’acqua depurata, 15% all’adeguamento del sistema fognario, 14,5% alla riduzione delle interruzioni idriche. Quanto alla spesa media annua dell’utenza domestica, valutata su un campione di 85 gestioni (che erogano il servizio a circa 35 milioni di abitanti), questa risulta pari a 317 €/anno a livello nazionale.
Ciclo dei rifiuti urbani e assimilati. In premessa, l’Arera chiarisce che si tratta di un settore complesso, caratterizzato da un’elevata frammentazione del servizio lungo la filiera e dall’assenza di condizioni infrastrutturali e organizzative omogenee tra le diverse aree geografiche del Paese. Nel 2019, la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata di circa30,1 milioni di tonnellate e la raccolta differenziata ha raggiunto il 61,3% della produzione nazionale, con una crescita del 3,1% rispetto al 2018 ma con forti disuguaglianze a livello territoriale. In particolare, nelle regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest la RD è risultata pari rispettivamente al 72% e al 67,6% della produzione totale dei rifiuti urbani prodotti, nel Centro al 58,1% e nel Sud e nelle Isole rispettivamente al 52,3% e il 47,1% di raccolta differenziata.