Tra i comuni ai quali è stata concessa la salvaguardia della gestione unica del servizio idrico, 94 risultano montani con popolazione inferiore a 1.000 abitanti, con una netta prevalenza nell’area nord del Paese con 74 comuni. Così il sottosegretario alla Transizione ecologica Vannia Gava che, ieri in commissione Ambiente a Montecitorio, ha risposto all’interrogazione a risposta in commissione della deputata Federica Daga (M5S) in merito al numero dei comuni che beneficiano della gestione unica del servizio idrico come previsto dall’articolo 147 del Codice ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006, la normativa di riferimento del settore).
“Ci sono ancora numerose istruttorie in corso per la concessione della salvaguardia della gestione del servizio idrico a diversi Comuni”, ha poi continuato, “e in particolare 35 relative all’ATO di Brescia, 26 relative all’ATO Sardegna, 47 per quanto riguarda Palermo, 2 relative a Catania e 16 ad Agrigento”. Inoltre, ha aggiunto, “nel mese di maggio del 2020, attraverso interlocuzioni con le regioni e gli enti di governo nell’ambito territoriale ottimale (EGATO), sono stati censiti nel territorio nazionale 62 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO)“. Detto questo, Gava ha rinnovato l’impegno del suo dicastero della Transizione ecologica a “mantenere elevata l’attenzione circa lo stato del Servizio Idrico Integrato riguardante l’intero territorio nazionale”.