“L’Italia può diventare un Paese trainante nella transizione ecologica, un campione globale“, lo ha detto in audizione alle commissioni di Camera e Senato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, secondo il quale bisogna cogliere l’opportunità del Pnrr per realizzare questo obiettivo.
Alla transizione ecologica, Cingolani ha annunciato di voler accompagnare una “transizione burocratica”, ovvero delle semplificazioni di “permitting” riguardo cioè tutti i tipi di autorizzazioni ambientali. Tra queste, quelle riguardo le rinnovabili che vanno rese più attrattive e quelle per semplificare la gestione dei rifiuti che riduca il conferimento in discarica, attraverso lo sviluppo dell’end of waste, proseguendo il lavoro sulla cessazione della qualifica di rifiuto. Occorre una riflessione sul destino della frazione umida che dovrebbe arrivare al 25 per cento dei rifiuti: “Dobbiamo decidere cosa farci”, ha detto Cingolani, proponendo i digestori anaerobici.
Un ambito in cui il ministro ha anticipato di voler lavorare sono gli “appalti verdi“, che intende “diffondere” per superare la logica del massimo ribasso e premiare iniziative green nei contratti pubblici.
Potremmo essere pionieri, ad avviso del ministro, nello sviluppo dei “treni a idrogeno verde”; sua intenzione è trasformare il 12 per cento del parco autobus italiano – che rappresenta il 70 per cento dell’inquinamento – in mezzi sostenibili. In generale ha assicurato investimenti sulle stazioni di ricarica elettrica (la redazione del decreto attuativo del dl semplificazioni è “in corso” ha detto).
Nella nuova formulazione del Piano, ha anticipato Cingolani, ci saranno sette progetti “con risorse corpose” su investimenti per scuole, edifici pubblici, riforestazione urbana e centri abitati con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nei centri abitati.